La traccia© Copyright I.C.P. e Antonio D’Arienzo
tratto dall'Abstract di "La traccia: dal sopralluogo al verdetto" e da "Pregi e limiti dell'Indagine Grafodocumentale", rispettivamente pubblicati nel mese di maggio 2002 (ISBN 88-87975-06-X) e nel mese di maggio 2009 (ISBN-978-88-87975-07-9)
La criminalistica non è una scienza a sé stante, bensì è l’applicazione di procedure scientifiche e di tecniche, talune semplici come la fotografia e altre abbastanza evolute come quelle nucleari, tutte volte ad identificare l’autore di un reato, ad accertare le cause, l’epoca, i mezzi di un evento criminoso e talvolta anche a prevenirlo. Elemento cardine della criminalistica è la “traccia”, quell’informatore silenzioso e incorruttibile senza il quale nessuna indagine può avere alcuna speranza di successo.
La traccia, nella genericità del termine e negli infiniti aspetti che può assumere, è muta, ma diventa eloquente quando l’investigatore, con la propria esperienza, riesce a trarre da essa quelle informazioni preziose che possono inchiodare il reo alle proprie responsabilità; a volte una traccia che a prima vista appare insignificante, poi può rivelarsi risolutiva per le indagini.
Con il termine “traccia” ci si riferisce comunemente a qualsiasi segno lasciato da un corpo materiale, che costituisce la prova del suo passaggio, e per estensione può essere intesa come ogni vestigio che dimostri il compimento di un evento. Le “tracce” non sempre sono materiali: è il caso di quelle vocali. Le tracce, se possibile, vanno prelevate e custodite, ma in numerosi casi è sufficiente fotografarle. La fotografia è ancora un mezzo insostituibile per “portare” la traccia nel dibattimento, perché non sempre è sufficiente relazionare un fatto o descrivere un luogo.
Le figure qui riprodotte sono un campione delle infinite tracce che quotidianamente sono sottoposte ad esame dagli investigatori.
F1.
Vari tipi di tracce ematiche: A) colatura (si dirigono parallele
verso il basso per effetto della forza di gravità); B)
trascinamento (si osservano striature); C) schizzi (hanno uguale
provenienza e alcune tracce sono puntiformi); D) gocciolatura (si
determinano rimbalzi attorno alle gocce più consistenti); E)
falsi spruzzi (diverse direzioni delle singole tracce); F)
imbrattamento (macchie disordinate, non uguali, non circolari); G)
impronte di mani; H) particolare di “G".
F2.
Esempi di impronte lasciate dall’espulsore (sx) e
dell’estrattore (dx) su due bossoli di cartucce (reperto e
campione sperimentale) esplose con la medesima arma (pistola Beretta
cal. 9 mm Parabellum modello 92 FS). Si tratta di accertamenti
microidentificativi di competenza dell'esperto balistico.
F3.
Sequenze di una rapina: le immagini così acquisite sono
trasmesse all’autorità giudiziaria che poi procede
all’identificazione della persona ritratta. Si tratta di
accertamenti di natura antroposomatica.
F4.
Un elenco telefonico calpestato da un intruso, rinvenuto sul
pavimento di un ufficio. Sulla copertina si osserva l’impronta
lasciata dalla suola di gomma di una scarpa sinistra. Seguono le
fotografie delle due scarpe sinistre dello stesso modello
appartenenti a due possibili sospetti e le relative impronte. Solo
una di esse presenta un elemento caratteristico che individua non
solo il tipo e il modello, bensì l’esemplare della
scarpa calzata dal malvivente.
F5.
I caratteri particolari delle impronte dermiche (delle quali si
occupa la dattiloscopia) sono rappresentati dal tipo e dalla
posizione di contrassegni caratteristici, i cosiddetti punti di
identità, che comprendono: 1) interruzioni; 2) estremi (inizi
o termini di “linee” o “tratti”); 3)
interlinee (rilievi con soluzioni di continuità, fra due linee
parallele); 4) uncini (in estremi di linee); 5) incroci (tra due
linee); 6) biforcazioni; 7) tratti (piccoli frammenti di linee fra
altre linee parallele); 8) punti (come il precedente, con la
differenza che si tratta di un punto e non di un segmento); 9)
deviazioni; 10) isolotti (tratti o punti contenuti in figure chiuse);
11) occhielli o occhi (figure chiuse, vuote); 12) intrecci (linee che
si intersecano, formando serie di occhielli). Sono di competenza
dell'esperto dattiloscopico.
F6.
La contraffazione di un assegno svelata dalla fotografia con la
tecnica dell'infrarosso: L'importo in cifre dell'assegno, che in
origine era di "500.000", è stato trasformato in
"1.500.000" aggiungendo una cifra "1". Con la
tecnica dell'infrarosso, si constata la diversità di
inchiostro del tracciato della cifra "1" rispetto alle
restanti cifre sul La contraffazione di un assegno svelata dalla
fotografia con la tecnica dell’infrarosso: l’importo in
cifre dell’assegno, che in origine era di “500.000”,
è stato modificato in “1.500.000” inserendo la
cifra “1”. Con la tecnica dell’infrarosso, si
constata la diversità dell’inchiostro della cifra “1”
rispetto a quello della penna usata per tracciare le altre cifre.
Sono esami di natura grafodocumentale che possono essere eseguiti, se
fornito sia della necessaria competenza sia dell'idonea attrezzatura,
dal consulente in analisi e comparazione della grafia.
F7.
Nella figura a lato, sopra, parole tratte da un documento; sotto,
altre parole tratte da un altro dattiloscritto; infine, confronto fra
le lettere “o” relative ai due documenti.
L’introflessione del lato sinistro delle “o”
dimostra l’unica provenienza dei due dattiloscritti. Come al
punto F6, la competenza può essere anche per perito grafico.
F8.
Nella figura, a sinistra il particolare di una pistola recante la
matricola asportata con la punta di un trapano; al centro,
particolare ingrandito della contraffazione: essendo stato asportato
in profondità lo strato di metallo su cui fu apposta la
matricola, che non è stata identificata; a destra, particolare
delle fasi finali di rigenerazione di una matricola abrasa con una
lima (prima dell’operazione di ripristino, sull’arma si
osservava soltanto il solco prodotto dalla lima.
F9. Applicazioni della microscopia. A- Ricomposizione di due frammenti di un foglio di giornale, uno rinvenuto sul luogo del reato e l’altro addosso all’indagato. Con lo stereomicroscopio qui riprodotto, l’immagine osservata può essere visualizzata sul monitor o inviata al computer. Il piano di appoggio è un diafanoscopio, che consente di osservare il reperto cartaceo per trasparenza. B- Minuti tratti di penna illuminati con un fascio di luce semiradente, osservati con un microscopio sul quale è applicata una videocamera collegata al computer. I particolari ripresi si osservano in basso nella figura “F9-B”, a minore (sx) e a maggiore (dx) ingrandimento. C- Attraverso l’esame microscopico è stato accertato che una sottoscrizione era stata ricalcata dal falsario con una penna a sfera, sopra il tracciato di una firma autentica riportata sulla carta con una stampante a getto di inchiostro. La microscopia trova pure applicazione nella ricerca della successione cronologica dei tratti che si intersecano.
Seguono, da sinistra a destra, figure F9-A, F9-B e F9-C.
F9-A
F9-B
F9-C
F10. Le “tracce” non sempre sono materiali: è il caso delle “tracce” vocali. Nelle figure, rappresentazioni grafiche di segnali acustici estrapolati , nel corso di una perizia fonica destinata al riconoscimento del parlatore , dai file audio acquisiti nel corso di una intercettazione ambientale. Le trascrizioni delle intercettazioni ambientali sono spesso incomprensibili in quanto al linguaggio parlato di aggiunge quello gestuale, naturalmente assente nei dialoghi telefonici.
Trace
Criminalistics isn’t a stand-alone Science, but the application of many Scientifical and Technical procedures, some as simple as Photography, others as advanced as Nuclear, all directed to identify the author of a crime, to investigate its reasons, times and instruments, sometimes even preventing it. Pivotal element of criminalistics is the trace, that silent and incorruptible informer without it no investigation can anyway succeed.
Trace, in the vagueness of the word, and in its countless aspects, is silent, but can deliver information when the investigator, by his expericence, can extract the precious informations that can pack up a guilty. Sometimes a trace apparently insignificant, can be unvaluable for the investigation.
With the word trace, we commonly refer to every sign left by a physical body, being the proof of its passage, and by extension every sign that is a proof of the happening of an event. Trace isn’t necessarly physical: the voice isn’t. Trace, when possible, must be recovered and set in safe custody, but in many cases a photographic record is enough. Photography is still an unvaluable method to bring a trace to the Court, because a written report is often non sufficient to describe an event or a site.
Figures here reproduced are an example of the countless traces that can have interest in a Court, during a trial.
F1. Various types of hematic traces.
A) trickling (directed downwards, following gravity); B) drag (streaks are seen); C) squirting (same origin, some traces are dots); D) dripping (bigger drops splash around); E) false squirting (too much substance, single traces with different orientation); F) blotting (dots randomized, in shape and dimension); G) hand impressions; H) detail of G.
F2. Samples of the imprints on the ejector (left) and on the extractor (right) on a spent cartridge case (evidence and sample), exploded with a cal. 9 Parabellum Beretta 92 FS.
F3. Sequence of a robbery. Images adquired can be sent to the prosecutor, who can proceed to identify the subject.
F4. A phone list trampled by an intruder, recovered in a office floor. On the cover is evident a footwear impression. Following, the images of the shoes, and the impressions, owned by two possible suspects. Only one presents a feature that identifies not the model, but the single shoe.
F5. Details of fingerprints, represented by the type and the position of classifiable characteristics, the so called points of identity, including: 1) divides, 2) endings, 3) indipendent lines, 4) hooks (on line endings), 5) crosses (between two lines), 6) bifurcations, 7) tracts (fragments of lines between two parallel lines), 8) points (as before, but an effective point, not a segment); 9) detours, 10) islands (points in closed figures), 11) lakes (closed lines, without points or lines inside), 12) interlacings.
F6. Check forgery, revealed by infrared photography. The original sum, 500.000, was transformed in 1.500.000, adding a 1. The infrared photography can differentiate the inks between original writing and added writing.
F7. Words from two typewrittwen documents; matching of the letters o in the two documents (questioned and sample). The left side introflexion of the letter, same in both documents, is the proof of the same origin of the two typescripts.
F8. On the left a detail from an automatic pistol, with the serial number deeply drilled; on the center, enlarged detail of the same (being deeply carved, serial number isn’t recoverable, anyway); on the right, detail of a phase of the regeneration of a filed serial number (before the regeneration process, on the firearm only the file grooves are seen).
Informative site about forensic sciences, with technical notes about crime sciences, drawn from the collected essays of Antonio D’Arienzo, essays and commentaries from experts in criminalistics, law and technical investigation.
"Sulle tracce del killer - Appunti di criminalistica" ISBN-8876219293 - "Abstract di: La traccia: dal sopralluogo al verdetto" ISBN 88-87975-06-X - "Pregi e limiti dell'Indagine Grafodocumentale" ISBN-978-88-87975-07-9 - "Diario di un mostro" ISBN 88-87975-01-9, e tra i romanzi di Antonio D'Arienzo, anche "Un MAriTo per tutte", edito da ICP, e numerosi mini romanzi, tra cui "I due vagabondi".
Note sull'Autore
Antonio
D’Arienzo ha iniziato ad occuparsi di criminalistica da
giovanissimo, collaborando con famosi esperti che sono stati i suoi
maestri, tra cui Vacchiano, Sorrentino e, naturalmente, il padre,
Pietro, con il quale ha, tra l’altro, seguito lo storico
processo per la strage di Piazza Fontana. Ha poi preso parte con
sempre appassionato impegno, in qualità di consulente tecnico,
ai più importanti casi giudiziari italiani degli ultimi
trent’anni, dall’omicidio di Via Poma, alle
intercettazioni del bar Mandara, all’omicidio dell’Università
La Sapienza di Roma, al caso della moschea Al Harmini, al più
recente delitto di Perugia, passando per la strage del treno 904.
È investigatore privato e consulente del Tribunale di Roma, nonché autore di numerosi articoli ed interventi su riviste giuridiche e scientifiche, di trattati tecnico-giuridici, spaziando dall’indagine grafica alla balistica fino all’antroposomatica, ed altre opere, romanzi fantastici e noir, questi ultimi ispirati dal contatto professionale col mondo del crimine e nei quali ha riversato esperienze, confessioni e testimonianze raccolte negli anni.
e-mail
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- cell. 3476690511 -
Studio Via Pietro Aretino n. 69 - 00137 Roma
In corso di inserimento
particelle ternarie particelle binarie Sb Ba Pb microanalisi microscopia elettronica abbinata alla microanalisi a dispersione di raggi X impronta latente vapori di cianacrilato cianoacrilato ninidrina esaltazione delle impronte analisi per attivazione neutronica assorbimento atomico tecniche applicabili in caso di omicidio suicidio con armi da sparo armi da fuoco munizioni cartucce contenenti nell’innesco e non nella carica di lancio o polvere da sparo tecniche dell’infrarosso termico e infrarosso riflesso ultravioletto sulla perizia o consulenza grafica o di analisi e comparazione della grafia che si basa sulla indagine grafonomica o metodo grafonomico o perizia grafologica che si basa sulla grafologia che superano e integrano la perizia calligrafica e quella grafometrica sulla perizia fonica o di riconoscimento vocale sulla dattiloscopica impronte papillari impronte digitali indagine somatica indagine antropometrica antropometria sulla perizia balistica su armi munizioni esplosivi materie esplodenti sui residui dello sparo GSR acronimo di Gun Shot Residues residui di colpo d’arma da fuoco guanto guanto di paraffina tematiche criminologiche criminologia medico legali medicina legale sulla procedura peritale presso il tribunale la corte di assise corte di appello civile penale suprema corte di cassazione note giurisprudenziali giurisprudenza sentenze di merito Le parti di ogni elemento di scrittura lettera, cifra, ecc. assumono nomi diversi a seconda della loro forma e struttura. La parola prescelta, Sfogliata , contiene lettere con allungo superiore e allungo inferiore, occhielli e asole, tagli, paraffi volutamente esagerati per meglio rendere l’idea di ciò che si vuole rappresentare. In particolare: 1 e 10: paraffo iniziale e finale 2: allungo superiore che si inserisce nella zona superiore della triplice ripartizione della scrittura 3: allungo inferiore che si inserisce nella zona inferiore 4: occhiello 5: asola 6: esempio di asola estremamente stretta tanto da identificarsi nell’asta 7: puntino della i 8: filetto tratto ascendente 9: asta tratto discendente 11: esempio di striature relative alla rotazione della penna a sfera 12: esempio di sutura col termine sutura ci si riferisce a quel punto del tracciato in cui la penna prima si stacca dalla carta e poi riprende il tracciamento si tratta di una soluzione di continuità lungo un segmento grafico apparentemente privo di interruzione in corrispondenza della sutura generalmente si osserva, dal retro del foglio e con luce radente, la maggior pressione determinata dalla penna in fase di attacco e anche la variazione di pressione tra i rami del tratto suturato sono diverse le variazioni di pressione in corrispondenza dei tratti curvi e stretti, dove, soprattutto con le biro, si riconosce una brusca variazione della rotazione della sfera, tuttavia senza sutura 13: taglio della t 14: riccio 15: estremo di tratto quello finale generalmente è appuntito e può presentare uncini quello iniziale spesso è caratterizzato da un maggior deposito di inchiostro 16: esempio di occhiello suddiviso in più settori 17: collegamento 18: raccordo tratto orizzontale 19: asse della lettera 20 e 21: linee che separano la zona centrale relativa al corpo della lettera dalla zona superiore sede delle limitanti superiori e dalla zona inferiore relativa alle limitanti inferiori la linea 21 segnala la linea o l’allineamento di base Tra i caratteri generali più rilevanti ai fini identificativi della grafia, segnalo: il livello grafico o capacità grafica , cioè l’attitudine di una persona a far uso della penna si tratta del carattere grafico più importante. Un soggetto dotato di buona capacità grafica può simularne una scadente invece, chi ha scarsa attitudine all’uso del mezzo scrittorio, non riesce a eseguire una scrittura evoluta l’impostazione grafica, cioè il modo con cui la scrittura viene inserita nel foglio e come lo occupa quindi, anche le marginature rispetto alle estremità del foglio o di eventuali margini prestampati , nonché il tipo di mezzo scrittorio adoperato ed altri elementi tipici che caratterizzano quella specifica grafia lo stile della scrittura la grafia può essere calligrafica, corsiva, a stampatello, ecc. Tanto più si allontana dal modello scolastico, maggiormente essa è personalizzata naturalmente, i segni grafici si riferiscono ad uguali modelli, perché, in caso contrario, nessuno capirebbe la scrittura di un altro. Acquisita una certa personalizzazione, la grafia di un individuo, pur seguendo la sua evoluzione o involuzione, mantiene pressoché inalterate nel tempo le caratteristiche morfostrutturali dei segni lo sviluppo del curvilineo e la presenza di angolosità le dimensioni delle scritture, che possono essere piccole, medie o grandi le dimensioni spesso sono solo indicative perché soggette alla postura di chi scrive e allo spazio di scrittura determinato da margini fisici o prestampati: si consideri chi compila un modulo o un bollettino postale, che si trova obbligato a scrivere con dimensioni che possono non essere le sue abituali le proporzioni tra le lettere, tra le parole e tra i singoli segni grafici nell’ambito di una medesima lettera o cifra la pendenza assiale delle lettere e delle cifre, cioè l’inclinazione di esse rispetto alla riga di base l’allineamento di base l’allineamento degli apici o limitante superiore la fittezza tra le lettere la spaziatura o larghezza tra le parole la distanza tra le righe la pressione grafica pure questa soggetta alla postura: si consideri, ad esempio, la scrittura di una persona allettata . I valori angolari dei tratti finali di parola, la presenza o meno di tratti, di punti non giustificabili con la punteggiatura, l’intersezione di lettere, il raddoppio di alcuni segni, ritocchi, correzioni, tremolii, macchie e riprese abituali non accidentali del tracciato, vanno tutti interpretati come caratteri generali della grafia così anche la presenza costante di sigle, crasi, forme abbreviate, con o senza punto d’interpunzione, segni di ornamento, errori ortografici, soprattutto se si ripetono nelle parole omografe la punteggiatura rilevante nel caso di un eccessivo uso dei punti d’interpunzione o l’assenza o l’errato inserimento degli stessi Tra i caratteri particolari, cioè quegli elementi della scrittura che possono riguardare solo alcune parti di essa, i più rilevanti sono: la forma dei segni o la loro struttura ad esempio, la sagoma o la costruzione di lettere e cifre omografe, dei collegamenti tra lettere omografe o affini, la forma e la posizione dei punti d’interpunzione la forma di alcuni segni che compongono le lettere composte quali i tagli delle t la forma, la struttura e le dimensioni degli occhielli i forestierismi o xenismi la posizione di punti, apostrofi o accenti i raccordi linee curve o dritte di collegamento tra filetti ed aste i risvolti la sezione curva che può osservarsi in alcune lettere, superiormente o inferiormente gli accessori elementi di completamento delle lettere, previsti dal modello standard, quali il taglio della t ed il puntino della i , questi pure rientranti tra le peculiarità istintive, i cosiddetti gesti fuggitivi i paraffi segni preparatori del filetto iniziale della prima lettera di una parola o i prolungamenti del tratto finale dell’ultima, spesso identificabili nei ricci maggiormente vistosi le astine i ricci costituiti generalmente da piccoli ganci nei punti di attacco e di stacco della penna le sedi delle interruzioni interletterali in parole o in gruppi di lettere omografi. L’esame per spettrofotometria di assorbimento atomico si principia sul fatto che un solido, riscaldato all’incandescenza, emette uno spettro continuo, rilevabile con opportuna strumentazione. Nel caso di ricerca di residui di sparo, l’indagine interessa alcuni metalli, significativi dell’avvenuto sparo, quali il bario Ba , l’antimonio Sb ed il piombo Pb , riferibili all’innesco delle cartucce, composto prevalentemente da sali di piombo azotidrato o stifnato di piombo, miscelato a limitate quantità di solfuro di antimonio e nitrato di bario agglomerato agglomerati particelle sferiche micron μ Sono armi da sparo tutti quegli strumenti che lanciano un oggetto proiettile attraverso un tubo canna . Sono da fuoco se il lancio avviene per la spinta ricevuta dal proiettile in conseguenza dell’espansione di gas che si producono successivamente alla deflagrazione di una sostanza esplosiva carica di lancio , a sua volta innescata dall’esplosione di un’altra sostanza esplosiva miscela innescante Proiettile, carica di lancio ed innesco fanno parte della cartuccia La cartuccia delle armi moderne è fornita di un contenitore metallico bossolo , tappato ad un’estremità dal proiettile. La carica di lancio è all’interno del bossolo. Nell’estremità opposta a dove ha sede il proiettile c’è la miscela innescante, che può essere applicata internamente al bossolo in munizioni per armi a percussione laterale, come le calibro .22 o in un contenitore esterno al bossolo capsula di innesco , in armi a percussione centrale Il lancio del proiettile e di quelli cosiddetti secondari avviene dalla bocca della canna e, tenuto conto della loro notevole velocità, vengono lanciati a distanza I residui di sparo, naturalmente, essendo piccoli e leggeri vengono stoppati dall’aria molto prima del proiettile, tranne un’esigua quantità che segue il proiettile e rimane protetta dallo stesso lungo la traiettoria. Questo non vuol dire che rimangano in prossimità della canna I residui di sparo che raggiungono le mani dello sparatore oppure i suoi indumenti o gli ambienti circostanti, provengono dal punto di sfiato che, nelle armi ad alimentazione semiautomatica, è quello del punto di chiusura, ossia dove l’otturatore blocca il fondello della cartuccia, che però si apre quando viene espulso il bossolo per far spazio ad una nuova cartuccia. Nelle armi a rotazione è lo spazio compreso fra il piano posteriore del tamburo e il castello della rivoltella, dove fuoriesce la punta del percussore Nelle armi a chiusura geometrica nelle quali la canna arretra nell’istante successivo allo sparo il rilascio di residui di sparo è inferiore a quanto non avvenga con le altre armi. Sebbene le rivoltelle siano di fatto senza chiusura, non necessariamente rilasciano più residui rispetto alle armi automatiche, in quanto il bossolo non viene espulso dopo lo sparo, ma resta vincolato all’interno della camera di scoppio praticata nel tamburo. Nei fucili da caccia non automatici doppietta , il rilascio è pressoché inesistente in quanto la canna resta vincolata al castello anche dopo lo sparo notevole, invece, per i fucili da caccia automatici Nella figura n. 2 si osservano, in alto, un fucile da caccia tipo giustapposto, non automatico, ed una pistola mitragliatrice, ossia ad alimentazione automatica, però predisposta pure per sparare a raffica in basso, nella medesima figura, una rivoltella vista di profilo, col tamburo ribaltato all’esterno, e di lato ed una pistola ad alimentazione automatica, non predisposta per la raffica cioè lo sparo di più colpi agendo una sola volta sul grilletto Nella figura n. 4 si osserva la posizione della cartuccia, di profilo, all’interno della canna nella figura n. 5, a sinistra, il fondello del bossolo che sporge dal vivo di culatta della canna e, a destra, vincolato all’otturatore dall’estrattore, dopo lo sparo, un istante prima che per effetto dell’espulsore, per far posto nella canna ad una nuova cartuccia, venga lanciato esternamente dall’arma attraverso la stessa apertura che funge da punto di sfiato dei residui di sparo. Nelle figure 6, 7, 8, 9 e 10, rispettivamente vengono riprodotti: una cartuccia integra e suddivisa nei componenti principali, radiografie di cartucce calibro .38 e .22 Long Rifle, un bossolo, prima e dopo essere sezionato, e una capsula di innesco per arma a percussione centrale che manca nelle armi a percussione laterale, nel qual caso nel bossolo non si rileva posteriormente quella cavità che nella figura 9 si osserva in basso, al centro del fondello mappatura Con la tecnica cosiddetta dello stub , senza la possibilità di una precisa mappatura della superficie sottoposta a prelievo, molti dati non possono essere accertati, e tra questi neanche se le mani degli imputati fossero state o meno lavate prima del prelievo Nella figura è tratteggiata la zona cosiddetta elettiva della mano di chi impugna l’arma. È in quella piccola superficie della mano dove si depositano i maggiori residui di sparo in conseguenza dello stesso I residui, naturalmente, sono tanto più concentrati quanto più la zona della mano sottoposta ad esame è prossima al punto di sfiato dei gas che, nelle pistole ad alimentazione automatica, corrisponde al punto di chiusura dell’arma, mentre nelle rivoltelle corrisponde all’estremità posteriore del tamburo Si osservi anche la tavola n. 8, in cui si constata la rarefazione dei residui più si è distanti dalla zona di sfiato dei gas polizia di stato guardia di finanza arma dei carabinieri tracce e ultratracce reattore nucleare polizia scientifica catalogo nazionale delle armi comuni da sparo commissione consultiva centrale per il controllo delle armi collegamenti in corso